✊20 giugno 2025: giornata di sciopero e mobilitazione contro il riarmo e l’economia di guerra
🗓20 giugno 2025
🕒Ore 18.00
📍Piazzetta Aldo Moro, Treviso
Il 20 giugno come ADL COBAS Veneto abbiamo deciso di attraversare la giornata di sciopero lanciata da diverse sigle del sindacalismo di base per rilanciare e rafforzare le mobilitazioni contro il genocidio del popolo palestinese, contro le politiche di riarmo e conversione bellica dell’economia e contro la torsione autoritaria del governo italiano.
I conflitti armati – in Ucraina, in Sudan, senza dimenticare le 50 guerre in corso attualmente nel pianeta – si stanno allargando. Guerre in cui le morti sono prevalentemente di civili. In particolare a Gaza è in corso un vero e proprio genocidio, legittimato dai governi occidentali e in cui la barbarie di Israele diventa ogni giorno più evidente e feroce, con continue violazioni del diritto internazionale e dei più basilari diritti umani. I governi europei balbettano e quello italiano continua sostanzialmente ad appoggiare il Governo Netanyahu.
L’escalation del conflitto tra Israele ed Iran, con la possibile entrata in guerra anche degli Stati Uniti, rappresenta un ulteriore punto di non ritorno: il mondo è in guerra.
Oltre alla Palestina
le elite di governo italiane
ed europee invece di giocare un ruolo di pace a livello internazionale, promuovono la politica del riarmo e del rilancio dell’industria bellica, forse sperando così di riacquistare un ruolo politico internazionale e risolvere le crisi industriali e di consenso politico che attraversa tutto il vecchio continente.
Dopo anni di continui tagli al welfare state, di austerità e di rifiuto di allargare la solidarietà europea per ridurre le disuguaglianze, la povertà ed impostare una transizione ecologica socialmente sostenibile, scopriamo che non è un problema per la UE mobilitare un’enorme massa di denaro, 800 miliardi, nell’acquisto di sistemi di armamento. Il 23 e 24 giugno al summit NATO che si svolgerà in Olanda, verrà rivisto il target di spesa fissato nel 2014. L’obiettivo delle spese militari propriamente dette dal 2% al 5% del Pil (3,5 in spese per la difesa e 1,5% in spese per la sicurezza) con un termine di sette o dieci anni. Raggiungere l’obiettivo del 5% in dieci anni significa passare dai 45 miliardi di oggi (35 in difesa e quasi 10 in sicurezza) a ben 145 miliardi nel 2035, cioè oltre il triplo di oggi, con un salto di 100 miliardi.
Per arrivare gradualmente a questi livelli di spesa saranno necessari aumenti annui nell’ordine dei 9-10 miliardi per un ammontare complessivo decennale di 100 miliardi di risorse finanziarie aggiuntive da investire. E’ evidente, ed è stato già certificato da molti economisti che l’aumento delle spese miliari richiederà un ulteriore taglio alla spesa sociale – sanità, istruzione e welfare –
che significherà un aumento delle povertà e delle disuguaglianze sociali.
Il governo italiano e con lui buona parte delle elite economiche e i grandi mass media, convergono verso la prospettiva di un’economia di guerra, che va di pari passo con una militarizzazione della sfera pubblica e della società nel suo complesso, nonché della restrizione degli spazi del dissenso. Il decreto sicurezza, ora legge, e i tanti provvedimenti che aumentano i poteri discrezionali e restrittivi delle libertà da parte delle questure sono dei concreti tasselli di un progetto politico-culturale complessivo che punta ad allontanarsi da ogni idea di solidarietà, garantismo e tutela dei diritti che è propria della cultura democratico, per favorire il primato del populismo penale e di un ordine pubblico a tutela dei privilegi dei più ricchi.
Il 20 giugno saremo quindi davanti alle Prefetture di Padova, Vicenza, Verona e Treviso per chiedere al Governo Italia di agire concretamente e velocemente per fermare il genocidio del popolo palestinese. Questa è oggi per noi la priorità, l’obiettivo che ci vogliamo porre per continuare a restare umani! Come sono per noi oggi una priorità la lotta alle politiche di riarmo – che portano solo a nuove guerre e ad un peggioramento delle condizioni di vita –
e la lotta alla deriva autoritaria del governo. Il 20 giugno pertanto invitiamo tutte le realtà organizzate e i singoli che condividono questi obiettivi a convergere nelle piazze che verranno organizzate.